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La comunicazione del gioco nel tempo – terza parte

Comunicazione a tutela del consumatore

La normativa esplorata ha tuttavia alcune importanti lacune che vanno individuate nello scopo stesso degli interventi legislativi, la tutela del consumatore e il contrasto alla ludopatia e la legalità del settore, con conseguenti danni sociali ed economici.

L’AGCOM ha elaborato un documento contenente una serie di segnalazioni al governo sulle «criticità interpretative e le problematiche applicative» relative al divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, riscontrate durante la realizzazione delle linee guida.

In tema di tutela del giocatore, l’AGCOM richiama l’indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo realizzata dall’Istituto superiore di sanità e pubblicata nell’ottobre 2018, che ha evidenziato il ruolo contenuto della pubblicità nella scelta di gioco dei consumatori. «Difatti – scrive l’AGCOM – solo il 19,3% dei giocatori che hanno visto la pubblicità ha dichiarato di aver giocato in base ad essa, mentre la restante parte ha dichiarato che la propria scelta di gioco non è stata determinata dal messaggio pubblicitario».

In tema di legalità, va ricordato che questi divieti colpiscono esclusivamente le società di gioco d’azzardo che operano in Italia con una regolare licenza dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (ADM), ma non quelle che hanno sede all’estero: basta usare come chiave di ricerca su Google “Casinò” o “Casinò online” per trovare in cima ai risultati le pubblicità di siti di gioco d’azzardo con sede legale in altri paesi.

Il documento sintetizza anche le norme che già prima del Decreto dignità erano state approvate con l’obiettivo di contrastare la ludopatia. Si fa riferimento, innanzitutto, alla disciplina europea vigente in materia che comprende la Risoluzione del Parlamento Europeo del 10 settembre 2013 e la Raccomandazione della Commissione Europea del 14 luglio 2014.

L’AGCOM fa notare come le normative europee, a differenza del Decreto dignità, al fine di contrastare il gioco d’azzardo non abbiano vietato del tutto le comunicazioni pubblicitarie ma solo quelle che risultino aggressive per i soggetti vulnerabili, preferendo «un regime normativo duttile e flessibile». Sottolinea anche come nella Raccomandazione della Commissione Europea venga addirittura messa in risalto l’utilità delle pubblicità nel contrasto alla ludopatia: «Le comunicazioni commerciali sui servizi di gioco d’azzardo on line possono svolgere un ruolo importante nell’orientare i consumatori verso offerte permesse e controllate, ad esempio fornendo l’identità dell’operatore e dando informazioni corrette sul gioco d’azzardo, compresi i rischi delle problematiche ad esso legate, nonché messaggi di avvertimento».

L’AGCOM sottolinea anche il potenziale danno economico e alla libera concorrenza che il decreto potrebbe avere: il divieto generalizzato di fare pubblicità, infatti, precluderebbe di fatto l’accesso al mercato di nuove società, che non avrebbero modo di farsi conoscere e di competere con altre già note.

I danni economici sono percepibili anche nel settore dello sport. Nel rapporto con il mondo sportivo l’applicazione di questo divieto ha portato ad una perdita di 100 milioni, a stagione, per le squadre calcistiche. È una perdita di competitività anche del nostro sistema sport a livello internazionale. La Premier League riceve invece dagli operatori di gioco quasi 400 milioni di euro, in Spagna, 19 squadre su 20 hanno come sponsor operatori di gioco. È evidente il danno sullo sport. Questo impedisce anche di sostenere le squadre minori. Stimiamo che, complessivamente, il Decreto Dignità ha causato un danno di circa 250 milioni allo sport.

continua…

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