L’informazione è il primo passo per combattere il cancro
In tutta Italia ottobre è diventato un appuntamento fisso per informare, sensibilizzare e responsabilizzare le donne sulla vitale importanza della prevenzione del cancro al seno.
Per questo tutto il mese si tinge di rosa e ovunque si può trovare il “pink ribbon” il fiocco divenuto simbolo della lotta contro il tumore al seno.
Il carcinoma mammario, infatti, è considerato il big killer numero uno delle patologie tumorali e in Italia una donna su 8 si ammala di tumore alla mammella e si stima che ogni anno ne vengano diagnosticati oltre 50.000 casi. A queste, si vanno ad aggiungere le oltre 900mila donne che hanno già vissuto l’esperienza di un cancro al seno: un vero e proprio esercito!
Dal 2000 fortunatamente si registra una progressiva riduzione della mortalità per questa neoplasia che si attesta intorno all’85-90%. Questo grazie anche agli interventi conservativi attraverso la diagnosi precoce che consente una guaribilità non solo fisica ma anche psicologica. Sì, perché fin dal momento della diagnosi il tumore irrompe nella vita della donna come un evento traumatico in grado di avere importanti ripercussioni anche psicologiche.
Il seno, infatti, è il simbolo stesso della femminilità, dell’essere donna e se deturpato può provocare effetti devastanti nel riconoscere la propria identità.
Ma nonostante il progresso, i numeri riguardanti la mortalità non sono da sottovalutare. In Italia, sono oltre 12mila i decessi che ogni anno vengono causati da questa malattia. Decessi il più delle volte evitabili se si facesse la giusta prevenzione perché la probabilità di guarigione, per tumori che misurano meno di un centimetro, è di oltre il 90%. Per questo è importante scoprire il tumore al suo inizio.
I tre anni di lockdown hanno purtroppo rallentato le campagne di screening comportando di fatto diagnosi non più precoci ma tardive e, di conseguenza, un peggioramento dei trattamenti, che sono diventati più demolitivi e più devastanti, compromettendo la qualità e la stessa quantità di vita e incrementando i costi della malattia, non solo a livello del proprio nucleo familiare ma anche della comunità.
Per questo è fondamentale investire nelle strutture diagnostiche e poliambulatoriali territoriali, non solo per riuscire a supportare le campagne d’informazione e divulgazione, in ogni angolo del nostro paese, ma per riequilibrare il gap tra nord e sud esistente anche nel campo della lotta al tumore al seno. Un gap che non riguarda solo lo screening ma anche gli stessi servizi. Al nord ci si ammala di più di cancro rispetto al sud ma si muore di meno, mentre al sud ci si ammala di meno ma si muore di più.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità circa l’80% dei tumori più comuni può essere prevenuto seguendo corretti stili di vita che riguardano i nostri rapporti con: fumo, alimentazione, alcol, HPV, esposizione ai raggi ultravioletti.
Per questo vogliamo apportare il nostro contributo informando e sensibilizzando quante più donne e uomini possibili sull’importanza della prevenzione come primo alleato nella lotta contro il tumore al seno.
A questi link puoi trovare tutte le informazioni:
www.komen.it
www.lilt.it
www.airc.it
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