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Imprese responsabili e maternità

Il Codice di autodisciplina di imprese responsabili in favore della maternità

Di Laura D’Angeli

La Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Maria Roccella, intervenendo il 1° marzo 2023 al convegno “Per una primavera demografica. Quali politiche per la natalità” organizzato da Farmindustria, ha lanciato la proposta, a libera determinazione delle imprese, di un “Codice di autodisciplina di imprese responsabili in favore della maternità”.

Si tratta di uno strumento di moral suasion rivolto prevalentemente alle piccole e medie imprese che evidenzia ulteriori misure per rafforzare il ruolo e la presenza delle donne nel mondo del lavoro con l’obiettivo di ridurre il fenomeno delle dimissioni per maternità, ancora molto diffuso.

Il Codice, sulla base di esperienze concrete, propone tre ambiti di comportamento aziendale: il favore per la continuità di carriera delle madri, le iniziative di prevenzione e cura dei bisogni di salute, l’adattamento dei tempi e modi di lavoro ed esordisce in apertura: “Le attività economiche che vogliono definirsi “socialmente responsabili” dovrebbero considerare la gerarchia dei diversi profili del bene pubblico, a partire non solo da quello che riguarda il presente, ma la lunga durata, la continuità delle generazioni, l’orizzonte del domani: quindi in primo luogo la procreazione. d’altronde, il contributo delle imprese a che la società abbia un futuro è un investimento sul futuro delle imprese stesse”

Relativamente alla continuità di carriera delle madri il Codice evidenza, in particolare, che per garantire un equo trattamento delle madri lavoratrici può essere utile adottare dei comportamenti aziendali concreti come la:

  • Continua informazione sulla evoluzione dell’impresa e dell’area professionale della lavoratrice durante i periodi di astensione (come un diritto e non un obbligo) della lavoratrice;
  • Formazione mirata e sostegno al benessere psico-fisico nella fase di rientro al lavoro;
  • Considerazione della maternità nei percorsi di carriera che richiedono necessità logistiche;
  • Analisi di gender pay gap che neutralizzino i periodi di astensione.

È indubbio, che la parità di genere passa anche da un’evoluzione del ruolo genitoriale verso modelli sempre più improntati sulla parità e su un’equa suddivisione dei carichi familiari con il conseguente superamento del concetto di conciliazione lavoro-famiglia attualmente concentrato prevalentemente sulle donne. Fino a quando le misure sociali saranno pensate solo per favorire l’assistenza familiare realizzata dalle donne e non da entrambi i genitori ci sarà sempre una forma di discriminazione.

Potete consultare il documento integrale relativo al Codice di autodisciplina, al seguente link:

https://www.pariopportunita.gov.it/media/2531/proposta-di-codice-di-autodisciplina-di-imprese-responsabili-in-favore-della-maternita.pdf