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La strategia nazionale per la parità di genere – terza parte

Linee guida per migliorare il welfare e gli investimenti aziendali

di Sabina Monaco

Impatto del CoViD-19 sulla condizione femminile
Gli effetti della pandemia da CoViD-19 hanno in generale determinato dinamiche economiche e sociali che aggravano il fenomeno della disparità di genere. Il decremento di occupati di genere femminile è approssimativamente 2,5 volte superiore rispetto alla controparte maschile. Inoltre, nel solo mese di dicembre 2020, su circa 100.000 occupati in meno, un allarmante 98% è di genere femminile.

Le disparità territoriali
Un’analisi territoriale della situazione italiana rispetto ai traguardi fissati dalla Strategia di Lisbona rende evidente che i deludenti risultati italiani nella classifica del Gender Equality Index sono collegati in larga parte ai dati riferiti alle Regioni meridionali.

Il “paradosso italiano” per cui a un maggior numero di donne qualificate non corrisponde un maggior numero di occupate.

Contribuire attivamente al superamento dei divari territoriali costituisce una delle principali condizioni per l’effettiva realizzazione della Strategia. Nell’ambito delle dimensioni trattate (lavoro, reddito, competenze, tempo e potere), potranno essere identificati dei valori target specifici per il Mezzogiorno, ovvero quote di miglioramento specifiche e misurabili da raggiungere entro il 2026.

L’azione di Governo sarà dunque orientata a modulare l’entità delle misure proposte dalla Strategia in funzione dei divari presenti sul territorio, in modo da garantire che il progresso nei vari indicatori sia più consistente nelle aree caratterizzate da maggiori ritardi. Tale aspetto è dirimente in quanto politiche di genere neutrali rispetto al territorio possono anche generare effetti di amplificazione dei divari.

Visione e ambizione quinquennale

La “Strategia Nazionale per la parità di genere” si inserisce nel solco tracciato dalla Strategia dell’Unione Europea (Gender Equality Strategy 2020-2025) ed è declinata poi in una ambizione quinquennale che rappresenta invece l’obiettivo da perseguire nello specifico periodo 2021-2026, poi ulteriormente articolata in 5 priorità strategiche, con il fine di guidare l’azione di governo lungo cinque dimensioni prioritarie di intervento.

La visione per l’Italia sulla parità di genere appare dunque essere quella di:
Rendere l’Italia un paese dove persone di ogni genere, età ed estrazione abbiano le medesime opportunità di sviluppo e di crescita, personali e professionali, di accesso al mondo dell’istruzione e del lavoro, senza disparità di trattamento economico o dignità, e possano realizzare il proprio potenziale con consapevolezza di una uguaglianza garantita e senza compromessi in un paese moderno e preparato per affrontare la sfida dei tempi futuri.

Riprendendo anche i principi enunciati dall’Art. 3 della Costituzione della Repubblica Italiana “[…] E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana […]”

L’ambizione quinquennale della Strategia delinea un chiaro obiettivo da perseguire: Guadagnare 5 punti nella classifica del Gender Equality Index dell’EIGE nei prossimi 5 anni, per raggiungere un posizionamento migliore rispetto alla media europea entro il 2026, con l’obiettivo di rientrare tra i primi 10 paesi europei in 10 anni.

Fine.

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